venerdì 7 dicembre 2007

Thou shalt not play thy game

PEGI – Pan European Game Information

Cito testualmente dal loro sito:

Si tratta del primo sistema paneuropeo di classificazione in base all’età per computer e video game. Conferirà a genitori, acquirenti e consumatori online un’ulteriore fiducia rispetto al contenuto del gioco indicandone l’idoneità per uno specifico gruppo d’età.

L’idea che stà alla base non sarebbe neanche male, visto che i genitori sono tendenzialmente ignoranti sui giochi che escono attualmente (a meno che i loro non seguano il mondo dei videogiochi, cosa alquanto rara per chi ha passato l’adolescenza a giocare a ruba bandiera o a mosca cieca perché i computer da casa non esistevano ancora) e così possono sapere in anticipo se il gioco che interessa ai figli è adatto a loro oppure no. Non penso che a nessuno piaccia andare al cinema pensando di vedere un film comico e trovarsi davanti un horror…

Ecco i simboli usati dal PEGI

- Linguaggio scurrile. Questo simbolo indica che nel gioco ci sono discorsi che i bambini non dovrebbero sentire

- Discriminazione. Se nel gioco esistono riferimenti al razzismo, troverete questo simbolo.

- Droghe. Il protagonista si droga o conosce qualcuno che lo fa? Con questo simbolo lo saprete.

- Paura. Uno zombie può sbucare dallo schermo all’improvviso oppure il gioco ricorda al figlio che domani sarà interrogato a scuola, lui non ha studiato un cazzo e la promozione è incerta.

- Gioco d’azzardo. Si sa, il gioco d’azzardo in Italia è illegale (eccetto dove esiste il permesso), perché nostro figlio dovrebbe giocare d’azzardo sul computer?

- Sesso. Se nel gioco ci sono due persone, che fanno quello che fanno gli animali nei documentari, saremo avvisati dal suddetto simbolo.

- Violenza. Nel gioco volano botte da orbi come nei film di Bud Spencer e Terence hill o ci si spara con dei fucili a pompa! Guai a toccarlo, se è presente questo simbolo!

Il signor Rossi, genitore di un ragazzo di… toh, 15 anni, dovrebbe sentirsi al sicuro grazie al PEGI, visto che ha controllato per lui i giochi, è grazie al PEGI se suo figlio crescerà con i valori che gli insegna lui, guardando la copertina dei videogiochi che porta a casa gli dice “Questo si, questo no… c’è violenza. Riportalo indietro. Tu sei mio figlio e devi essere un bravo ragazzino!”

Poi un bel giorno, il signor Rossi esce di casa e vede suo figlio. scopre che bestemmia, fuma, ha preso l’AIDS facendo sesso non protetto, ha usato la violenza per estorcere a quel povero ragazzo di colore dei soldi da scommettere sulle corse dei cavalli (perdendo sempre) e con le droghe che si compra col resto dei soldi ha visioni di mostri e fantasmi che lo fanno cagare sotto.

Ma com’è possibile! Suo figlio viveva in una campana di vetro, dove tutto gli arrivava filtrato secondo la sua volontà!

Dove ha sbagliato il signor Rossi?

Si può dire che errori veri e propri non ne ha fatti. Ha peccato però di ingenuità… perché aveva l’illusione che suo figlio fosse protetto. Peccato che lui non sia sempre con suo figlio, soprattutto quando usciva e quando stava con gli amici, se no quante cose avrebbe scoperto!

Riprendo tutti i simboli uno per uno, mostrando perché il figlio del signor Rossi, che chiameremo Mario, ha seguito un percorso che lo ha trasformato in un ottimo esempio da non seguire:

- Linguaggio scurrile. Mario lo sente praticamente ovunque, a partire dalla scuola fino alle serate con gli amici. Se qualcuno urla una bestemmia o impreca in vari modi, lui non sente il “BIIIIP” che mettono in TV

- Discriminazione. Mario vede ogni giorno i suoi compagni di classe che danno fastidio a quel ragazzo che sembra omosessuale, oppure quel nuovo ragazzo di colore, che apparentemente è tanto diverso da loro.

- Droghe. Una pasticca in discoteca o uno spinello con gli amici per divertirsi un po’ ed ecco pronto su un vassoio d’argento una serata che vorrà dovrà ripetere, ormai è nata la dipendenza…

- Paura. Mario passeggia per strada nelle vie poco frequentate e deve passare per quel vicolo buio e stretto, dove si racconta che la malavita del paese si raduni li per saltare addosso al malcapitato di turno e derubarlo.

- Gioco d’azzardo. Superenalotto, Gratta e Vinci, Videopoker, lotteria Italia… vi dicono niente queste cose? Sono truffe legalizzate e sono a tutti gli effetti giochi d’azzardo, pubblicizzati e incentivati dallo stato per riempire le casse.

- Sesso. Ormai i grandi personaggi di riferimento per i giovani sono Britney Spears e Paris Hilton per le ragazze, i protagonisti del grande fratello per i ragazzi. Le ragazze girano mezze nude, i ragazzi sono assetati di sesso. Poi ci si lamenta quando si legge di ragazze stuprate... non si può certo dire che non se la sono cercata.

- Violenza. Mario accende la televisione… devo aggiungere altro? Telegiornali che fanno di tutto e di più per avere lo scoop più violento, film o telefilm violenti in prima serata, assassini e omicidi brutali…

Mi stà bene che il simbolino indichi ai genitori di cosa tratta il gioco, lo trovo utile, ma ditemi voi che senso ha dare ai genitori l'illusione di proteggerere i propri figli da cose VIRTUALI, quando è proprio quando i figli non sono con i genitori che sono più a rischio. Se dovessimo classificare la vita reale come fa il PEGI, ecco cosa verrebbe fuori



Ci sono genitori che anzichè essere per l'appunto genitori, vogliono essere amici dei loro figli. Così li viziano, gli comprano tutto, mandano a fanculo gli insegnanti quando gli viene detto "Suo figlio è una capra e non capisce niente della mia materia", gli danno sempre ragione. Perchè ammettere che il figlio possa aver fatto un errore significa che c'è stato un errore anche da parte del genitore.

MAMME E PAPA' DI ITALIA, SVEGLIA!


Agite da VERI genitori. Parlate con i vostri figli, informatevi sulle compagnie che frequentano, puniteli (anche severamente) quando è necessario, NON dategli la libertà che vogliono se pensate che non la possano gestire, assumetevi le vostre responsabilità per le scelte che dovrete fare.
E' troppo facile dare la colpa ai videogiochi quando qualcuno commette una pazzia talmente grossa che va a finire sui giornali, mentre la realtà è ben diversa... il ragazzo aveva già dei problemi che si sono aggravati in quanto non affrontati.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

nell'era di insicurezza e di terrore in cui viviamo, l'illusione di una protezione è l'unica cosa che può tranquillizzare un genitore...

Anonimo ha detto...

In linea di massima sono daccordo sull'inutilità di questi simboletti.
Diciamo giusto che avrebbero senso solo per i bambini più piccoli, ma non penso serva un simboletto per far capire al genitore che comprare resident evil al figlio di 4 anni lo farà crescere con una fobia verso tutto ciò sembri una porta :o

Unknown ha detto...

Ma te la prendi con il PEGI o con la società di merda in cui viviamo? :)
Anche gli americani hanno il loro ESRB, peraltro (imo) più restrittivo e bigotto del PEGI europeo, ed è incredibilmente molto più tenuto in considerazione del nostro. Il PEGI è ridotto a un piccolo simbolo sul retro della copertina, mentre il rating ESRB è una grossa patacca in copertina ad ogni prodotto (film, gioco, etc...).
Quindi cominciamo col dire che , soprattutto in Italia, se ne stra-sbattono tutti dei divieti. Film VM14 ? Vietato vendere sigarette ai minori di 14anni? Alcolici? Ma stiamo scherzando? Qui tutti fanno tutto quel cazzo che ne vogliono, con l'approvazione delle forze dell'ordine e soddisfazione dei negozianti.
Tornando ai nostri simboletti: il PEGI ha il problema che, forse, sembra un po' troppo "infantile". Eppure è (concettualmente!) uguale all'ESRB! E il rating americano è su *TUTTI* i prodotti, quindi vuol dire che *OGNI* prodotto viene passato al vaglio.
Il PEGI è uno strumento di guida relativo solo ai videogiochi e non è inutile in quanto tale, ma è inutile nella nostra società che vende sigarette ai bambini delle elementari e permette di andare al cinema a tutti!
Per carità, a me non me ne può fregare di meno che un bambino vada a vedere un pornazzo o che si faccia le canne, ma il motivo per cui si vietano certe cose non è "perchè sono bambini" ma perchè, proprio in quanto bambini, potrebbero non avere la maturità necessaria per leggere in modo critico il messaggio di quel determinato media (TV, cinema, etc). E' indubbio che, in mezzo a tutti questi, ci saranno anche ragazzini dotati di senso critico, ma è meglio che questi portino (ragionevolmente) pazienza piuttosto che tutti gli altri accedano a contenuti discutibili.

Per concludere, un organo tipo il PEGI è sicuramente necessario, e non si può criticare il PEGI in quanto tale. Potremmo criticarlo (come stanno criticando l'ESRB) se un gioco come Manhunt2 fosse, per esempio, rated "Adult Only" e poi "magicamente" abbassato il rating per aumentare il pubblico e quindi le vendite. (cosa che è realmente accaduta ;) ). Critichiamo piuttosto la società di merda in cui viviamo, però allora possiamo scriverne 10 di blog sull'argomento, e questo non basterà mai :)

Se invece vuoi criticare come il PEGI assegna i rating, beh, allora questo è il posto giusto, ma il tuo post non è quello giusto ;)

Unknown ha detto...

AAAH chiedo perdono, in effetti i film sono rated dalla MPAA (Motion Picture Association of America) quindi un organo diverso.

Sorry, sorry.

Ad ogni modo, in Italia noi chi abbiamo che assegna i rating? Topolino? ma vaff

Anonimo ha detto...

se il mondo è una merda non sta scritto da nessuna parte che non si debba cercare di proteggerne i bambini, e proprio visto che è una merda ogni aiuto è ben accetto.
non comprendo proprio questo tuo scagliarti contro un sistema di classificazione "stranamente" utile, meglio che le regole ci siano (anche se poi vengono ignorate come tipico italico costume) piuttosto che vivere nell'anarchia

The fun is a lie ha detto...

Hellfire, per come la vedo io, il PEGI è praticamente una scusante che i genitori possono usare per avere la coscienza a posto... dicono "Io ho fatto tutte le cose per bene, gli ho dato i giochi che erano per lui, poi se ha fatto cazzate non è colpa mia"

Il problema è che il PEGI può dare un aiuto MOLTO limitato, se non addirittura fuorviante in alcuni casi che ho riportato in risposte ai commenti, vedi qui: http://www.blogger.com/profile/13504236793185456006

I bambini devono essere protetti da altre cose, non certo dai videogiochi... Leggi qua ad esempio: http://www.corriere.it/cronache/07_dicembre_19/giocattoli_pericolosi_bambini_ricoverati_f780e70e-adfb-11dc-8dc1-0003ba99c53b.shtml

A quando un PEGI per i giocattoli? -_-

Anonimo ha detto...

i problemi veri li hanno i ragazzi guardate quando qualcuno va a scuola e torna a casa se si divesse classificare la scuola avrebe come simbolo del pegi 10000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000+
per gli insulti di professori e di alunni anche se magari non lo sembrano il fatto e che a essere disonesti lo impara la scuola e la vita reale non i videogiochi perche con questi la gente si sfoga da tutto quello che succede nella realta e nella quale ti verrebbe da ammazzare di botte quello che ti spintona e ti insulta ma nella vita reale non si puo e non si deve fare invece nei videogiochi lo puoi fare e a mio parere ti aiuta a non farlo nella vita reale cmq invece di parlare tra genitori parlate con i ragazzi quello e importante e non fatevi abbindolare alle prime risposte andate in profandita ,il pegi è una gran stronzata.
parola di ragazzo ....